L’assegno di mantenimento nella separazione dei coniugi

L’assegno di mantenimento nella separazione personale: quando spetta e come si calcola

Quando due coniugi decidono di separarsi, uno degli aspetti più importanti da regolare riguarda la sfera economica, in particolare l’eventuale assegno di mantenimento. Non si tratta di un diritto automatico, ma di una misura che viene riconosciuta solo al ricorrere di determinate condizioni.

Vediamo quali sono i presupposti per ottenerlo e cosa dicono in proposito i giudici.

Cos’è l’assegno di mantenimento?

Durante la separazione, uno dei coniugi può essere tenuto a versare all’altro un contributo economico, chiamato assegno di mantenimento, per garantirgli un livello di vita adeguato a quello avuto in costanza di matrimonio.

La norma di riferimento è l’art. 156 del Codice Civile, secondo cui il giudice, nel pronunciare la separazione, può stabilire un assegno in favore del coniuge che non ha mezzi adeguati o non può procurarseli per ragioni oggettive.

Cass. Civ., Sez. I, n. 11177/2020: “Il parametro del tenore di vita goduto in costanza di matrimonio conserva rilievo ai fini della determinazione dell’assegno di mantenimento nella separazione personale, in quanto la separazione non scioglie il vincolo coniugale, ma lo sospende.”

Quando spetta l’assegno?

L’assegno viene riconosciuto solo se esistono i seguenti presupposti:

  1. Insufficienza economica di uno dei coniugi
    Il coniuge richiedente deve trovarsi in una situazione economica più debole, tale da non potersi garantire autonomamente un’esistenza dignitosa, secondo il tenore di vita precedente.
  2. Mancanza di addebito della separazione
    Se la separazione è stata addebitata al coniuge per comportamenti gravi (tradimento, violenza, abbandono, ecc.), non ha diritto all’assegno di mantenimento, ma solo – eventualmente – agli alimenti, se versa in stato di bisogno.

Cass. Civ., Sez. I, n. 16884/2020: “L’addebito della separazione esclude il diritto all’assegno di mantenimento, in quanto l’obbligo di assistenza materiale viene meno con la pronuncia di responsabilità per la rottura del legame.”

Il requisito dell’insufficienza economica per ottenere l’assegno di mantenimento

Uno dei presupposti fondamentali per ottenere l’assegno di mantenimento in sede di separazione è che il coniuge che lo richiede non disponga di mezzi economici adeguati o non possa procurarseli per ragioni oggettive.

Ma cosa si intende, in concreto, per “insufficienza economica”?

Non basta l’assenza di reddito

La mera assenza di reddito non è sufficiente. Il giudice valuta se il coniuge sia effettivamente in grado, per età, salute, titolo di studio, esperienze lavorative, di procurarsi un reddito adeguato al proprio mantenimento.

In altre parole, si considera non solo la situazione attuale, ma anche le potenzialità di guadagno.

Cass. Civ., Sez. I, n. 26084/2022: “Il diritto all’assegno di mantenimento presuppone la prova che il coniuge richiedente versi in una condizione di oggettiva impossibilità di reperire risorse sufficienti, nonostante l’impegno diligente a procurarsele.”

Adeguatezza rispetto al tenore di vita

Il parametro centrale per valutare l’insufficienza economica è il tenore di vita goduto durante il matrimonio. Non si tratta, dunque, solo di accertare se il coniuge possa vivere dignitosamente, ma se possa farlo in modo coerente con il precedente stile di vita familiare.

Cass. Civ., Sez. I, n. 11177/2020: “In sede di separazione, l’assegno deve garantire al coniuge economicamente più debole un livello di vita comparabile a quello goduto durante la convivenza matrimoniale.”

Il concetto di “mezzi adeguati”

Per “mezzi adeguati” si intendono non solo i redditi da lavoro, ma anche:

  • Redditi da patrimonio immobiliare o mobiliare
  • Pensioni
  • Entrate periodiche di altro tipo
  • In alcuni casi, la disponibilità gratuita di una casa, se consente di ridurre sensibilmente le spese

La giurisprudenza esclude l’assegno quando il coniuge dispone di entrate regolari o di beni sufficienti a garantirgli un’autonomia economica.

La rilevanza della capacità lavorativa

Sempre più spesso, i giudici richiamano la necessità di valutare la reale possibilità del coniuge di lavorare, specie se ancora in età attiva. Tuttavia, tale valutazione deve essere concreta e non astratta.

Cass. Civ., Sez. I, n. 18512/2020: “La capacità lavorativa deve essere accertata in termini attuali e reali, anche in relazione al contesto socio-economico e al percorso personale del coniuge.”

Ciò significa che non si può negare l’assegno solo perché, in teoria, il coniuge potrebbe trovare un impiego: occorre dimostrare che non si trova in condizioni oggettive di impedimento e che non ha fatto nulla per rientrare nel mercato del lavoro.

L’onere della prova

È il coniuge che chiede l’assegno a dover provare l’insufficienza dei propri mezzi e l’impossibilità di procurarseli. Dovrà quindi dimostrare, ad esempio:

  • La mancanza di un’occupazione
  • Le difficoltà oggettive a lavorare (età, salute, formazione)
  • La situazione patrimoniale personale (assenza di beni o rendite)

Il coniuge obbligato può, a sua volta, contestare tali elementi, ad esempio dimostrando che l’altro ha rifiutato opportunità lavorative o non ha fatto il possibile per rendersi economicamente autonomo.

Il requisito dell’assenza di addebito della separazione ai fini dell’assegno di mantenimento

Per poter ottenere l’assegno di mantenimento, il coniuge richiedente non deve essere responsabile della separazione. Questo principio è espresso chiaramente dall’art. 156 del Codice Civile, che esclude il diritto all’assegno in caso di addebito della separazione al coniuge che lo richiede.

Ma cosa significa “addebito”? E perché incide sul diritto all’assegno?

Cos’è l’addebito della separazione?

L’addebito è una pronuncia del giudice che attribuisce a uno dei coniugi la responsabilità della rottura del rapporto matrimoniale, in conseguenza di violazioni gravi e consapevoli dei doveri coniugali: ad esempio, infedeltà, abbandono del tetto coniugale, maltrattamenti, mancata collaborazione, ecc.

Perché il giudice pronunci l’addebito, devono sussistere due condizioni:

  1. La violazione dei doveri coniugali (fedeltà, assistenza, coabitazione, collaborazione, ecc.)
  2. Il nesso di causalità diretta tra quella violazione e la crisi irreversibile del matrimonio

Cass. Civ., Sez. I, n. 11844/2020: “L’addebito della separazione richiede la prova che la condotta contraria ai doveri coniugali sia stata la causa efficiente e determinante dell’intollerabilità della convivenza.”

Qual è l’effetto dell’addebito sull’assegno?

Se la separazione viene addebitata al coniuge che richiede l’assegno di mantenimento, il diritto all’assegno è escluso. La ratio di questa regola è semplice: non può pretendere assistenza economica chi ha causato la fine del matrimonio.

Cass. Civ., Sez. I, n. 16884/2020: “L’addebito comporta la perdita del diritto all’assegno di mantenimento, in quanto viene meno l’obbligo di assistenza morale e materiale tra coniugi.”

In questi casi, il coniuge a cui è stata addebitata la separazione può ottenere solo gli “alimenti”, e solo se versa in stato di bisogno (cioè se non ha neppure il minimo per vivere).

Addebito e assegno: alcune precisazioni

  • L’addebito non viene pronunciato automaticamente: è necessario che una delle parti lo chieda espressamente e fornisca prove concrete.
  • Se il coniuge a cui è addebitata la separazione è anche in stato di bisogno, può ottenere un assegno alimentare ai sensi dell’art. 433 c.c., inferiore e diverso rispetto al mantenimento.
  • Se l’addebito è reciproco (cioè a entrambi i coniugi), il giudice valuterà comunque se esistono le condizioni economiche per riconoscere o meno un sostegno economico.

La prova dell’addebito

Chi chiede l’addebito ha l’onere di dimostrare la violazione dei doveri coniugali e il nesso causale con la fine della relazione. Le prove possono consistere in:

  • Testimonianze
  • Messaggi o e-mail
  • Relazioni investigative
  • Denunce o verbali

Il giudice non valuta solo il comportamento in sé, ma anche il contesto: ad esempio, un tradimento avvenuto quando il rapporto era già compromesso potrebbe non comportare addebito.

Cass. Civ., Sez. I, n. 23144/2019: “L’infedeltà coniugale non giustifica l’addebito se è intervenuta quando la crisi era già irreversibile.”

Come si calcola l’importo?

Il giudice non applica formule matematiche, ma valuta caso per caso. I principali criteri sono:

  • Redditi e patrimonio di ciascun coniuge
  • Capacità lavorativa e possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro
  • Età, stato di salute, e condizioni personali
  • Durata del matrimonio
  • Contributo dato dal coniuge richiedente alla gestione della casa e alla crescita dei figli

Cass. Civ., Sez. I, n. 32198/2021: “L’apporto fornito dal coniuge al ménage familiare – anche se non economicamente quantificabile – è elemento da considerare nella determinazione dell’assegno, in quanto ha inciso sulle scelte di vita e sulle opportunità lavorative.”

E se ci sono figli?

La presenza di figli non incide direttamente sull’assegno tra i coniugi, ma richiede una valutazione separata per il mantenimento dei figli. In ogni caso, il giudice deve tener conto del complesso degli obblighi economici gravanti su ciascun genitore.

Assegno di mantenimento e assegno divorzile: le differenze

Spesso si fa confusione tra assegno di mantenimento e assegno divorzile, ma sono due strumenti diversi:

  • L’assegno di mantenimento ha natura assistenziale, e mira a tutelare il coniuge più debole durante la separazione, in funzione del tenore di vita coniugale.
  • L’assegno divorzile, invece, dopo le importanti sentenze Cass. n. 11504/2017 e Cass. n. 18287/2018, è stato interpretato come misura con funzione perequativa e compensativa, in cui contano anche i sacrifici fatti durante il matrimonio, come la rinuncia alla carriera per dedicarsi alla famiglia.

Conclusioni

Stabilire il diritto all’assegno di mantenimento richiede un’attenta valutazione delle condizioni economiche e personali di ciascun coniuge. La giurisprudenza offre linee guida importanti, ma ogni situazione è diversa e va esaminata con attenzione.

Se ti trovi ad affrontare una separazione o desideri sapere se hai diritto a un assegno, lo Studio Legale Messineo è a disposizione per una consulenza personalizzata, nel pieno rispetto della tua situazione.

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